Calabria, lettera aperta a Nichi Vendola
martedì 28 giugno 2011 | | 14 commenti
Caro Nichi Vendola,
anche in Calabria si raggiunge il quorum e vince il si. Questo dato contrasta con l’analisi di una società che va a destra e deve far riflettere maggiormente sulle cause politiche che hanno portato il centro-sinistra a subire una cocente e sonora sconfitta alle elezioni amministrative. Il centro-destra conquista il comune di Catanzaro, la provincia di Reggio Calabria, comuni simbolo della sinistra come San Giovanni in Fiore e soprattutto, per la prima volta, Cosenza.
Il centro-destra vince sull’onda lunga delle elezioni regionali dell’anno scorso facilitato dalla frammentazione e dalle lotte intestine nel PD. Il Pd esce frantumato, disperso, annichilito dal risultato elettorale. Dopo la sconfitta già preannunciata e purtroppo verificatasi alle elezioni regionali del 2010 si è aperta una diaspora interna al Pd tra i principali responsabili prima della cattiva gestione di governo e poi della sconfitta elettorale. Se si escludono Crotone e Rende dove un centro-sinistra unito vince, nelle altre realtà il risultato elettorale è conseguenza delle divisioni e di un’attività amministrativa opaca e incolore. Di fronte ad un centro sinistra ripiegato, lottizzato e occupato da vecchi politici e da personaggi ormai screditati, il centro- destra di Scopelliti è apparso come uno schieramento a cui rinnovare fiducia in un intreccio tra consenso e vecchio sistema clientelare. In questo anno di governo regionale su nessun argomento di interesse generale e su nessuna decisione si è saputo mettere in cantiere un’azione di opposizione vera e convincente che parlasse alla società calabrese. Il Pd non ha saputo avviare una fase di rinnovamento profondo e reale. La sinistra e Sel in particolare, tranne rare eccezioni, non hanno avuto la capacità di essere punto di riferimento del malessere e della voglia di nuovo che c’è in Calabria. Siamo stati spesso silenti e impotenti di fronte alla liquefazione del Pd e purtroppo in alcune realtà siamo stati visti come alleati di gruppi e personaggi intenti a regolare i conti all’interno del PD. La situazione non era facile da gestire ma ci saremmo aspettati una nostra iniziativa coerente e lineare per affermare un nuovo centro-sinistra. Quello che ci è mancato è stata un’identità riconoscibile e coerente. Se a Catanzaro siamo stati protagonisti nel sostenere la candidatura Scalzo, un giovane che ha ridato respiro e fiato ad un centro-sinistra spappolato e disperso, a Reggio Calabria, invece, non abbiamo avuto la stessa lungimiranza, preferendo chiuderci nelle nostre ridotte invece di sostenere una candidatura come quella di Massimo Canale che rappresentava oggettivamente una novità politica.
Cosenza è il caso più doloroso e amaro. La città da sempre sinonimo del progressismo viene conquistata dal centro-destra. Qui più che altrove siamo di fronte a un risultato prettamente politico considerando che due settimane dopo al referendum si supera tranquillamente il quorum e il si stravince. Il Pd è imploso tra cattiva amministrazione e guerre intestine. Noi potevamo essere la forza del cambiamento e del rinnovamento. La domanda che dovremmo porci è: che cosa è mancato perchè si potesse raccogliere l’indignazione e la domanda di cambiamento che è sfociata invece nel marcato astensionismo? È mancata certamente una strategia complessiva e la conseguente ricerca di candidature unitarie adeguate. Ci si è rifugiati nelle soluzioni velleitarie – vedi caso delle provinciali di Reggio Calabria- che hanno potuto portare risultati soddisfacenti per qualche singolo candidato, certo non al centro-sinistra e a Sel. Abbiamo pensato di superare le nostre debolezze truccando un po’ le carte. Paolini non era identificabile con una proposta di cambiamento vero del modo di amministrare la città. Abbiamo pensato in questo modo di ottenere le simpatie dei ceti medi e delle professioni, di settori importanti dell’economia, dei ceti emergenti, dei dipendenti del privato. Ha fatto presa, anche tra noi, la teoria che per vincere servissero candidature moderate, espressioni dell’establishment cittadino. Abbiamo scelto la vecchia strada della politica, degli accordi tra i vertici, tra settori forti della società cosentina, invece di guardare con attenzione a tutto ciò che di nuovo è maturato nei bisogni dei cittadini, nella voglia di impegnarsi delle nuove generazioni, delle donne, e nella capacità di recuperare un dialogo con i ceti più deboli ed emarginati.
Caro Nichi, la nostra analisi può essere condivisa o meno, ma chiediamo di aprire una discussione vera e seria in Calabria. Non facciamo come l’anno scorso che sul risultato delle elezioni regionali non si discusse a sufficienza. Perché se, allora, si fosse aperta una discussione nazionale sulla Calabria forse, oggi, avremmo avuto dei risultati migliori. Sbagliata sarebbe la scelta di una discussione burocratica e interna ai soli organismi dirigenti di SEL in una logica di maggioranza/minoranza tra gruppi contrapposti.
Sel rischia di perdere la posta più alta in gioco: il cambiamento unito alla ricerca della “buona politica”, fatta innanzi tutto di rispetto delle persone e delle idee di tutti. Al di là di questo c’è la barbarie ed il berlusconismo.
Anche l’analisi della compagna Celeste Costantino che si è interrogata su cosa fa Sel mentre la Calabria sprofonda, anziché trovare spazi di confronto politico, è stata oggetto di attacchi violenti anche sul piano personale.
Noi pensiamo invece, che ogni opinione e ogni contributo siano una ricchezza e siamo fortemente interessati alla costruzione di un partito al servizio dei lavoratori e dei cittadini in generale, aperto alla partecipazione, capace di confronto e impegnato nella ricerca di soluzioni condivise ai molteplici problemi, per essere attore assieme ad altri dei governi della cosa pubblica. Non un partito, quindi, puro strumento di raccolta di voti e al servizio di singoli o di ristretti gruppi per il soddisfacimento di loro forse legittime aspirazioni.
Noi non chiediamo le dimissioni di nessuno, chiediamo semplicemente una discussione politica vera, senza barricate o arroccamenti difensivi. Un gruppo dirigente è tale, non tanto se ragiona in termini di controllo del tesseramento, ma se riesce ad essere riconosciuto come tale per le sue capacità di elaborazione, di direzione politica e di iniziativa. E se è capace di coinvolgere e aprire spazi sempre più ampi di partecipazione agli iscritti e ai cittadini.
Noi siamo d’accordo con te quando sostieni che bisogna partire dalla nostra inadeguatezza davanti ai mutamenti profondi che stanno avvenendo nella società italiana.
L’appello che ti rivolgiamo è di venire in Calabria ad ascoltare quei tanti compagni che hanno contribuito alla nascita di Sel in Calabria e quei tanti giovani, donne, cittadini, che vorrebbero impegnarsi e dare un contributo per la crescita di un partito e di un nuovo centro-sinistra aperto e plurale.
Con affetto.
anche in Calabria si raggiunge il quorum e vince il si. Questo dato contrasta con l’analisi di una società che va a destra e deve far riflettere maggiormente sulle cause politiche che hanno portato il centro-sinistra a subire una cocente e sonora sconfitta alle elezioni amministrative. Il centro-destra conquista il comune di Catanzaro, la provincia di Reggio Calabria, comuni simbolo della sinistra come San Giovanni in Fiore e soprattutto, per la prima volta, Cosenza.
Il centro-destra vince sull’onda lunga delle elezioni regionali dell’anno scorso facilitato dalla frammentazione e dalle lotte intestine nel PD. Il Pd esce frantumato, disperso, annichilito dal risultato elettorale. Dopo la sconfitta già preannunciata e purtroppo verificatasi alle elezioni regionali del 2010 si è aperta una diaspora interna al Pd tra i principali responsabili prima della cattiva gestione di governo e poi della sconfitta elettorale. Se si escludono Crotone e Rende dove un centro-sinistra unito vince, nelle altre realtà il risultato elettorale è conseguenza delle divisioni e di un’attività amministrativa opaca e incolore. Di fronte ad un centro sinistra ripiegato, lottizzato e occupato da vecchi politici e da personaggi ormai screditati, il centro- destra di Scopelliti è apparso come uno schieramento a cui rinnovare fiducia in un intreccio tra consenso e vecchio sistema clientelare. In questo anno di governo regionale su nessun argomento di interesse generale e su nessuna decisione si è saputo mettere in cantiere un’azione di opposizione vera e convincente che parlasse alla società calabrese. Il Pd non ha saputo avviare una fase di rinnovamento profondo e reale. La sinistra e Sel in particolare, tranne rare eccezioni, non hanno avuto la capacità di essere punto di riferimento del malessere e della voglia di nuovo che c’è in Calabria. Siamo stati spesso silenti e impotenti di fronte alla liquefazione del Pd e purtroppo in alcune realtà siamo stati visti come alleati di gruppi e personaggi intenti a regolare i conti all’interno del PD. La situazione non era facile da gestire ma ci saremmo aspettati una nostra iniziativa coerente e lineare per affermare un nuovo centro-sinistra. Quello che ci è mancato è stata un’identità riconoscibile e coerente. Se a Catanzaro siamo stati protagonisti nel sostenere la candidatura Scalzo, un giovane che ha ridato respiro e fiato ad un centro-sinistra spappolato e disperso, a Reggio Calabria, invece, non abbiamo avuto la stessa lungimiranza, preferendo chiuderci nelle nostre ridotte invece di sostenere una candidatura come quella di Massimo Canale che rappresentava oggettivamente una novità politica.
Cosenza è il caso più doloroso e amaro. La città da sempre sinonimo del progressismo viene conquistata dal centro-destra. Qui più che altrove siamo di fronte a un risultato prettamente politico considerando che due settimane dopo al referendum si supera tranquillamente il quorum e il si stravince. Il Pd è imploso tra cattiva amministrazione e guerre intestine. Noi potevamo essere la forza del cambiamento e del rinnovamento. La domanda che dovremmo porci è: che cosa è mancato perchè si potesse raccogliere l’indignazione e la domanda di cambiamento che è sfociata invece nel marcato astensionismo? È mancata certamente una strategia complessiva e la conseguente ricerca di candidature unitarie adeguate. Ci si è rifugiati nelle soluzioni velleitarie – vedi caso delle provinciali di Reggio Calabria- che hanno potuto portare risultati soddisfacenti per qualche singolo candidato, certo non al centro-sinistra e a Sel. Abbiamo pensato di superare le nostre debolezze truccando un po’ le carte. Paolini non era identificabile con una proposta di cambiamento vero del modo di amministrare la città. Abbiamo pensato in questo modo di ottenere le simpatie dei ceti medi e delle professioni, di settori importanti dell’economia, dei ceti emergenti, dei dipendenti del privato. Ha fatto presa, anche tra noi, la teoria che per vincere servissero candidature moderate, espressioni dell’establishment cittadino. Abbiamo scelto la vecchia strada della politica, degli accordi tra i vertici, tra settori forti della società cosentina, invece di guardare con attenzione a tutto ciò che di nuovo è maturato nei bisogni dei cittadini, nella voglia di impegnarsi delle nuove generazioni, delle donne, e nella capacità di recuperare un dialogo con i ceti più deboli ed emarginati.
Caro Nichi, la nostra analisi può essere condivisa o meno, ma chiediamo di aprire una discussione vera e seria in Calabria. Non facciamo come l’anno scorso che sul risultato delle elezioni regionali non si discusse a sufficienza. Perché se, allora, si fosse aperta una discussione nazionale sulla Calabria forse, oggi, avremmo avuto dei risultati migliori. Sbagliata sarebbe la scelta di una discussione burocratica e interna ai soli organismi dirigenti di SEL in una logica di maggioranza/minoranza tra gruppi contrapposti.
Sel rischia di perdere la posta più alta in gioco: il cambiamento unito alla ricerca della “buona politica”, fatta innanzi tutto di rispetto delle persone e delle idee di tutti. Al di là di questo c’è la barbarie ed il berlusconismo.
Anche l’analisi della compagna Celeste Costantino che si è interrogata su cosa fa Sel mentre la Calabria sprofonda, anziché trovare spazi di confronto politico, è stata oggetto di attacchi violenti anche sul piano personale.
Noi pensiamo invece, che ogni opinione e ogni contributo siano una ricchezza e siamo fortemente interessati alla costruzione di un partito al servizio dei lavoratori e dei cittadini in generale, aperto alla partecipazione, capace di confronto e impegnato nella ricerca di soluzioni condivise ai molteplici problemi, per essere attore assieme ad altri dei governi della cosa pubblica. Non un partito, quindi, puro strumento di raccolta di voti e al servizio di singoli o di ristretti gruppi per il soddisfacimento di loro forse legittime aspirazioni.
Noi non chiediamo le dimissioni di nessuno, chiediamo semplicemente una discussione politica vera, senza barricate o arroccamenti difensivi. Un gruppo dirigente è tale, non tanto se ragiona in termini di controllo del tesseramento, ma se riesce ad essere riconosciuto come tale per le sue capacità di elaborazione, di direzione politica e di iniziativa. E se è capace di coinvolgere e aprire spazi sempre più ampi di partecipazione agli iscritti e ai cittadini.
Noi siamo d’accordo con te quando sostieni che bisogna partire dalla nostra inadeguatezza davanti ai mutamenti profondi che stanno avvenendo nella società italiana.
L’appello che ti rivolgiamo è di venire in Calabria ad ascoltare quei tanti compagni che hanno contribuito alla nascita di Sel in Calabria e quei tanti giovani, donne, cittadini, che vorrebbero impegnarsi e dare un contributo per la crescita di un partito e di un nuovo centro-sinistra aperto e plurale.
Con affetto.
De Gaetano Carlo | Cosenza |
De Seta Hebbe | Cosenza |
Chiarelli Franco | Cosenza |
Guccione Nello | Cosenza |
Vivone Giancarlo | Cosenza |
Straface Angela | Cosenza |
Hoo Elena | Cosenza |
Romano Assunta | Cosenza |
Paparo Serena | Cosenza |
Vivone Chiara | Cosenza |
Gagliardi Teodora | Cosenza |
Ucci Antonio | Cosenza |
Pizzo Silvana | Cosenza |
Colonna Raffaele | Cosenza |
Vivona Fabrizio | Cosenza |
Apa Paolo | Cosenza |
Vingelli Giovanna | Cosenza |
Staffa Francesco | Cosenza |
Pellicori Pino | Cosenza |
Piersante Piero | Cosenza |
Di Diego Antonio | Castrovillari |
Di Turi Salvatore | Castrovillari |
Grimaldi Fabio | Castrovillari |
Salerno Giuseppe | Montegiordano |
Iovene Antonio | Lamezia Terme |
Fernando Miletta | Lamezia Terme |
Francesco Carnovale | Lamezia Terme |
Mirko Perri | Lamezia Terme |
Costantino Fittante | Lamezia Terme |
Giandomenico Crapis | Lamezia Terme |
Rosario Piccioni | Lamezia Terme |
Maurizio Turco | Lamezia Terme |
Antonio Carnovale | Lamezia Terme |
Antonio Laganà | Lamezia Terme |
Clementina Fittante | Lamezia Terme |
Lucia Critelli | Lamezia Terme |
Daniele Godino | Lamezia Terme |
Vincenzo Morello | Lamezia Terme |
Gianni Dattilo | Lamezia Terme |
Gianluca Nunnari | Lamezia Terme |
Tonino Di Benedetto | Lamezia Terme |
Scalese Enzo | Lamezia Terme |
Sodano Francesco | Lamezia Terme |
Carlei Carlo | Lamezia Terme |
Amendola Giovanni | Lamezia Terme |
De Sando Mariagrazia | Lamezia Terme |
Palazzo Daniela | Lamezia Terme |
Cimino Luigi | Lamezia Terme |
Carlei Angelo | Lamezia Terme |
Cimino Francesco | Lamezia Terme |
Azzarito Gregorio | Lamezia Terme |
Caterina Primiero | Catanzaro |
Ernesto Mazzei | Catanzaro |
Carla Rotundo | Catanzaro |
Quirino Ledda | Catanzaro |
Tonino Cimino | Catanzaro |
Antonio Barbato | Catanzaro |
Maruca Franco | Catanzaro |
Carmelo Pugliese | Catanzaro |
Anna Bretti | Catanzaro |
Bruno Talarico | Catanzaro |
Carolina Lamanna | Catanzaro |
Danilo Colabraro | Catanzaro |
Piero Caroleo | Catanzaro |
Massimiliano Cassandra | Catanzaro |
Fabio Runca | Catanzaro |
Antonio Giglio | Catanzaro |
Luciano Pallini | Catanzaro |
Giulia Menniti | Catanzaro |
Vito Tortorella | Catanzaro |
Gianluca Bifano | Falerna |
Loris Cario | Falerna |
Augusto Barletta | Falerna |
Cristian Fazio | Falerna |
Paolo Panaj | Falerna |
Mariateresa Porto | Falerna |
Luigi Sassi | Falerna |
Barbara Citton | Vibo Valentia |
Gaetano Luciano | Vibo Valentia |
Gori Cosentino | Vibo Valentia |
Pino Tassi | Vibo Valentia |
Andrea Peroni | Vibo Valentia |
Enrico Aiello | Vibo Valentia |
Ercole Aiello | Vibo Valentia |
Alfonso Galati | Vibo Valentia |
Tino Casuscelli | Vibo Valentia |
Franco Mazzei | Pizzo Calabro |
Franco Scotto | Pizzo Calabro |
Gianni Boragina | Pizzo Calabro |
Gaetano Donato | Pizzo Calabro |
Gianni Donato | Pizzo Calabro |
Carlo Primerano | Pizzo Calabro |
Silvio Gangemi | Cittanova |
Michele Iannello | Ricadi |
Pasquale D’Agostino | Tropea |
Jack Barbalace | Limbadi |
Giacinto Carrieri | Limbadi |
Antonio Maida | Vazzano |
Bruno Contabile | Brognaturo/Serra |
Adriano Renda | Brognaturo/Serra |
Vito Bertuccio | Brognaturo/Serra |
Nicola Callace | Brognaturo/Serra |
Emanuele Mario Scrimali | Brognaturo/Serra |
Giuseppe Valentino | Girifalco |
Antonella Cristofaro | Girifalco |
Domenico Zaccone | Girifalco |
Paolo Antonio Migliazza | Girifalco |
Marisa Stranieri | Girifalco |
Maria Valentino | Girifalco |
Salvatore Valentino | Girifalco |
Angela Valentino | Girifalco |
Ci sono 14 commenti per questo post
Salerno Giuseppe 4 luglio 2011 - 13:52
Carissimi compagne e compagni, non possiamo però continuare a nascondere le responsabilità politiche di tutte quelle persone che fino ad ora hanno avuto in mano le redini della politica calabrese, io ho sottoscritto la lettera, condivido tutto, ma c’è un passaggio che non condivido,e ribadisco, al momento attuale penso che alcune persone si debbano fare da parte, sono finiti i tempi delle parole intorno ad un tavolo, tavolo fatto da persone che il linguaggio dei giovani non lo capiscono, è inutile nascondersi dietro ad un dito, sono politici che ormai hanno fatto il loro percorso a mio modesto parere disastroso, visto la situazione nella nostra regione. Sbagliare è umano perseverare è diabolico, abbiamo lasciato in mano a loro la politica calabrese per troppo tempo è ora di riprendersela senza ma e senza se, non ci sono tavoli che tengano.
2 luglio 2011 - 10:11
l’assemblea di regio calabria: cari compagni sicuramente siete a conoscenza del risultato assembleare da quel poco che ho sentito mi sembra molto penoso. non dico altro aspettiamo come sez. di taurianova la possibilità di un confronto in modo civile e democratico.
1 luglio 2011 - 14:38
Come mai tanta rabbia, il risultato elettorale calabrase è perfettamente in linea con il dato nazionale di Sel, dove tranne poche eccezioni il dato medio è sotto il 4%. A Cosenza si è perso al ballottagio per soli 750 voti, sarebbe bastato che alcuni pseudo compagni di sinistra avessero fatto il loro dovere… cmq è leggittimo da parte di alcuni che parlano bene e razzolano male fare sterili polemiche perchè loro si hanno perso il loro orticello da coltivare.
30 giugno 2011 - 14:01
Giulia,
il problema è che credo, e scusatemi se sbaglio, che le stesse persone che all’ultima assemblea nazionale hanno esplicitato il malessere in Calabria, a Firenze hanno plaudito quello che stava succedendo. Mi faccio capire meglio, hanno avallato e hanno difeso quella situazione. Ora, è chiaro che non si deve rimanere imprigionati nei “se, allora”, ma credo che sia legittimo dire che forse l’obbiettivo non è costruire la cosa comune, ma forse, e dico forse, è solo costruire il proprio orticello, sperando che possa capitare prima o poi anche a me.
il problema è che credo, e scusatemi se sbaglio, che le stesse persone che all’ultima assemblea nazionale hanno esplicitato il malessere in Calabria, a Firenze hanno plaudito quello che stava succedendo. Mi faccio capire meglio, hanno avallato e hanno difeso quella situazione. Ora, è chiaro che non si deve rimanere imprigionati nei “se, allora”, ma credo che sia legittimo dire che forse l’obbiettivo non è costruire la cosa comune, ma forse, e dico forse, è solo costruire il proprio orticello, sperando che possa capitare prima o poi anche a me.
29 giugno 2011 - 22:53
abito nelle marche ma sono calabrese… non posso nascondere che sono sorpreso dal risultato delle amministrative del mese scorso.. e sono estremamente deluso dal risultato nel mio comune d’origine (san giovanni in fiore) ma i presupposti c’erano, la calabria è la regione con più percentuale di comuni di destra ma il popolo è di sinistra, vota per la destra in ricerca di innovamento perchè la sinistra ha fatto male negli ultimi tempi… ma ancora non conoscono SEL. purtroppo, con la scusa che siamo in un bipolarismo, tutti i partiti di sinistra vengono accomunati, ma in calabria, come anche nelle marche (io abito in un paese leghista dove la lega ha vinto nonostante un programma veramente ridicolo, solo perchè 15 anni fa il PD aveva fatto un casino) servirebbe più propaganda per questo partito che ha ideali veri, e un leader come Vendola che può realizzarli
29 giugno 2011 - 15:59
Monica capisco l’amarezza che quanto accaduto a Firenze e poi in seguito al Congresso regionale hanno lasciato in molti compagni, ma credo che non si debba rimanere prigionieri dei “se allora”, “l’avevamo detto”. Oggi ben venga il ripensamento di molti compagni, probabilmente c’era bisogno di un forte scossone, e le elezioni amministrative in Calabria lo hanno dato, perchè certe pratiche manifestassero tutto il loro potenziale negativo, mi riferisco al tesseramento selvaggio che si è infranto sullo scoglio delle elezioni. Io credo che ora più che mai bisogna partecipare a tutti i livelli per non disperdere quello che oggi è un malessere diffuso e prepotente, che non si rassegna ad un andazzo vecchio e stantio che ben conosciamo, ma che deve generare una forte e determinata volontà di cambiamento e riportare SEL anche in Calabria sulla strada per cui è nata quella della politica per cambiare. Mi chiedo e vi chiedo, parafrasando il movimento delle donne “SE NON ORA QUANDO!” Giulia SEL Catanzaro
29 giugno 2011 - 11:09
GIUSTA LA NOTA DELLE COMPAGNE E DEI COMPAGNI DELLA CALABRIA
FORSE AVREBBERO FATTO BENE A FARE ALTRETTANTO IN CAMPANIA
RESTA UN DIBBIO ” MA DAVVERO SI VUOLE DISCUTERE DI QUESTI CASI ? “
FORSE AVREBBERO FATTO BENE A FARE ALTRETTANTO IN CAMPANIA
RESTA UN DIBBIO ” MA DAVVERO SI VUOLE DISCUTERE DI QUESTI CASI ? “
29 giugno 2011 - 09:30
siamo in fase di costruzione. tutti ci dobbiamo adoperare per un risultato condiviso a prescindere dalle individualità.la sezione di taurianova sta vivendo ( nonostante tutto )una nuova fase di crescita, conquistando la nuova generazzione con le edee e prospettive per il futuro inniettando nuova linfa nell’aria di sinistra. Al compagno: gianni, e angelo, che sottoscrive dico solo che per cambiare le sopra citate situazioni bisogna partecipare per modificare le scelte sbagliate.
28 giugno 2011 - 22:51
Sono consigliere comunale a Maida(CZ)ed iscritto a SEL,condivido la lettera indirizzata a Vendola.Piu’ volte ho sollevato il caso Calabria,tengo a precisare che in pochi abbiamo aderito a SEL dopo Chianciano ma poi come salivano le percentuali nei sondaggi crescevano le adesioni e i travasi dal PRC come nel caso di Cosenza e Reggio Calabria.E’ cosi’ che i vizi del PRC confluivano in SEL a comincire dai pacchetti azionari delle tessere come mezzo per accaparrarsi i posti di comando.SEL i Calabria ha fatto tanti errori a cominciare dal sostegno a Loiero per finire alla scelta delle provinciali e comunali a Reggio Calabria e Cosenza,i risultati elettorali sono stati pessimi ma ne è uscita compromessa l’immagine del partito al punto di essere percepito dalla gente uguale agli altri partiti e non come strumento per mettere in moto la buona politica.Visti i risultati mi chiedo perchè i gruppi dirigenti non vengono azzerati e non si creano dei nuovi gruppi dirigenti in base alle competenze,alla presenza nei territori e dando spazio alle nuove generazioni.Vendola e i dirigenti nazionali devono volgere alla Calabria un occhio di riguardo per evitare che SEl diventi un Taxi e un’ancora di salvataggio di un vecchio ceto politico alla ricerca di ambizioni personali.
Quando militavo nel PRC alcuni dirigenti,oggi in SEL,mi dicevano che le battaglie politiche interne si vincono con i numeri,in pratica bisognava competere con il numero delle tessere ,non vorrei che passassero in SEL queste logiche perchè cosi’ vuol dire perdere definitivamente la speranza di dar vita con SEl ad una sinistra rinnovata culturalmente e nell’agire politico.Apriamo in Calabria una discussione sul ruolo del partito,sullo sviluppo di SEl nei tirritori ecc…una discussione che coinvolga quanti guardano con simpatia al progetto politico di Vendola,diamoci una scadenza per un momento collettivo di confronto sperando che dal nazionale non venga sottovalutato il caso Calabria.
Quando militavo nel PRC alcuni dirigenti,oggi in SEL,mi dicevano che le battaglie politiche interne si vincono con i numeri,in pratica bisognava competere con il numero delle tessere ,non vorrei che passassero in SEL queste logiche perchè cosi’ vuol dire perdere definitivamente la speranza di dar vita con SEl ad una sinistra rinnovata culturalmente e nell’agire politico.Apriamo in Calabria una discussione sul ruolo del partito,sullo sviluppo di SEl nei tirritori ecc…una discussione che coinvolga quanti guardano con simpatia al progetto politico di Vendola,diamoci una scadenza per un momento collettivo di confronto sperando che dal nazionale non venga sottovalutato il caso Calabria.
28 giugno 2011 - 18:58
Come Angelo, mi è sembrato di condividere in pieno quanto espresso nell’intervento. Tuttavia, abitando in Campania, non sono abbastanza informata sui fatti da poter esprimere una opinione fondata. Quello che posso aggiungere è che anche in Campania il disastro del PD ha trascinato nella Regione il centrodestra verso la vittoria, escluso il caso Napoli, anche questo molto complesso ma con un risultato a sorpresa. Certamente c’è da riflettere su quanto è successo, soprattutto dopo la vittoria dei sì ai referendum. A me sembra che mentre i movimenti hanno smosso l’opinione pubblica, i partiti ( anche Sel ) siano rimasti indietro. Vi è una indubbia difficoltà a fare politica in maniera diversa e si rimane ancorati in alcuni casi ad una classe dirigente, specie quella del PD, assolutamente “inadeguata” alla situazione attuale. Si rimane comunque all’interno di un circolo vizioso tra la “responsabilità politica” e l’inamovibilità di certe persone, che sembrano destinate a rimanere ai loro posti in eterno. Ritengo giusta la richiesta di una discussione con Nichi Vendola in Calabria, ma ricordiamoci tutti che se gli iscritti all’interno dei circoli non diventano protagonisti delle scelte e non affermano con forza le loro priorità, limitandosi ad accettare sempre le decisioni prese dall’alto, non ci può essere un cambiamento vero. Sono i circoli che devono ragionare con la loro testa e raccogliere le istanze, le esigenze, le realtà del proprio territorio, dicendo anche dei no quando è utile. Non sono d’accordo che le persone non abbiano anche delle responsabilità personali nelle sconfitte o meglio che sempre e dappertutto si sia sempre giustificazionisti. I circoli devono sapere che i loro dirigenti, se non sono in grado di portare avanti le istanze degli iscritti, possono essere anche cambiati, senza traumi e senza abituarsi sempre al meno peggio, come si faceva ormai da troppi anni nei DS. Attenzione perciò a non commettere sempre gli stessi errori, perchè la prossima volta i cittadini potrebbero non capire, quando siamo incoerenti con quello che a parole affermiamo di voler fare.
28 giugno 2011 - 18:22
A questa lettera aggiungerei molto ma molto di più.. Credo che i compagni di Cosenza che hanno sottoscritto questa lettera dovevano indignarsi tanto tempo fa, quando qualcuno scriveva sulla stampa e denunciava il tesseramento selvaggio che si stava verificando a Cosenza… una estrema ed esagerata corsa al tesseramento che ha creato oggi una situazione abbastanza ridicola, se mai ci fosse da ridere. Continuo a chiedermi come mai non si siano uniti a quella che fu una “lotta” intenta a salvaguardare SEL e lo stesso Nichi Vendola. Oggi se i risultati delle amministrative a Cosenza ci dicono che chi si ritrovava tesserato, evidentemente non ha votato SEL, quindi qualcosa continua a non tornare.. Eppure a Firenze qualcuno, la sottoscritta, che segue SEL dai tempi di Chiangiano, non doveva parlare, nonostante fosse all’epoca una dirigente. Dico all’epoca perchè fare “rumore” può dar fastidio a qualcuno e quindi è meglio isolarla. Eppure la stessa nel suo paese dove si sono tenute le amministrative ha raggiunto più del 10% senza che i dirigenti della zona si siano mai preoccupati di contattare il Circolo o il rappresentante stesso(cioè la sottoscritta). Non è stata mai contattata per una riunione federale nonostante i vari solleciti.. In mano di chi è SEL a Cosenza? Ognuno dia una propria risposta, ma se si ci indigna solo quando viene calpestato il proprio piedino, non credo che si arrivi mai alla costruzione di un soggetto politico che parti dalla suaa inadeguatezza davanti ai mutamenti profondi che stanno avvenendo nella società italiana, perchè inizio a sospettare che noi stessi facciamo parte del mutamento e che sicuramente ne siamo vittima.. Per me e per molti, parlo dei compagni di Roggiano, Acri, Rossano e tanti altri, la parola compagno ha un profondo significato, e se fosse compresa, digerita e fatta propria, forse tante assurdità (legate al potere e alle poltrone) anche in Calabria tante cose cambierebbero.
Se a Firenze qualcuno dei sopraelencati, non avesse negato la bruttezza politica con cui qualcuno si è preso il partito gestendolo a modo proprio, solo per assicurarsi una rappresentanza e una poltroncina, se qualcuno a Firenze non avesse sperato che quella poltroncina potesse capitare a lui, rimanendo in silenzio e inerte davanti a tanto squallore, forse oggi SEL in Calabria avrebbe avuto un risultato migliore.
Adesso voglio concludere con delle frasi forti, com’è il mio carattere e la mia passione politica, ricordandone altre tratte dal film Cento Passi.
“Chi se ne fotte di questo Peppino Impastato! Adesso spegnetela questa radio, giratevi dall’altra parte. Tanto si sa come va a finire, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso… quella che non aveva Peppino… domani ci saranno i funerali… voi non andateci… lasciamolo solo!”
Se a Firenze qualcuno dei sopraelencati, non avesse negato la bruttezza politica con cui qualcuno si è preso il partito gestendolo a modo proprio, solo per assicurarsi una rappresentanza e una poltroncina, se qualcuno a Firenze non avesse sperato che quella poltroncina potesse capitare a lui, rimanendo in silenzio e inerte davanti a tanto squallore, forse oggi SEL in Calabria avrebbe avuto un risultato migliore.
Adesso voglio concludere con delle frasi forti, com’è il mio carattere e la mia passione politica, ricordandone altre tratte dal film Cento Passi.
“Chi se ne fotte di questo Peppino Impastato! Adesso spegnetela questa radio, giratevi dall’altra parte. Tanto si sa come va a finire, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso… quella che non aveva Peppino… domani ci saranno i funerali… voi non andateci… lasciamolo solo!”
28 giugno 2011 - 18:19
condivido il contenuto. anzi ritengo che la situazione vera del partito in calabria sia molto più compromessa di quanto appare, ciò per incapacità e insieme autoreferenzialità del gruppo dirigente più ristretto. D’altra parte non fossi convinto di ciò non avrei assunto le decisioni che ho assunto, dimettendomi prima dagli organismi dirigenti provinciali (cosenza) e regionali e decidendo poi, pochi giorni fa di interrompere, con grande rammarico, la mia esperienza in SEL restando convinto della validità del progetto del compagno Nichi Vendola.
28 giugno 2011 - 13:16
Sottoscrivo anche le virgole.
28 giugno 2011 - 13:09
Finalmente!