venerdì 25 novembre 2011

CANTA CHE TI PASSA

Esce il disco di Mariano Apicella: testi d’amore scritti da Berlusconi
Esce il disco di Mariano Apicella: testi d’amore scritti da Berlusconi
Silvio Berlusconi
MILANO / E’ prevista per martedì 22 novembre il quarto album di Mariano Apicella, intitolato “Il vero amore”, su etichetta Lungomare e distribuito dall’indipendente Artist First. Nel disco 11 brani inediti interpretati dall’artista, classe 1962, e scritti dal leader del Pdl Silvio Berlusconi.
“Voglio ringraziare una persona a me molto cara e speciale che non finirò mai di ringraziare fino all’ultimo giorno della mia vita, il Presidente Silvio Berlusconi grazie per aver scritto ancora una volta le sue parole d’amore sulla mia musica”, scrive Apicella.
Il disco è prodotto dal Maestro Angelo Valsiglio, e per la sua realizzazione hanno collaborato famosi jazzman come Marco Tamburini, Pasquale Pigniatiello, Ciro Ettorre e Filippo Sansoni. I brani sono accomunati dalla tematica dell’amore.
I titoli presenti nel cd sono: Ma se ti perdo – Quann’ o’ core – Se tu non fossi tu – Stay With me – Che vuò fà – C’è amore – Musica – Cantanno Cantanno – Cascasse il mondo – Quann’ o’ core (sirtaki version) e C’è amore (fiesta version

GLI UOMINI CHE COMMETTONO VIOLENZA SULLE DONNE SONO IMPOTENTI E VIGLIACCHI

E ora le donne dicono basta

Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza di genere. A Milano, Intervita Onlus propone un documentario sulla lotta contro le mutilazioni genitali femminili.

25/11/2011
Donne africane in abiti tradizionali.
Donne africane in abiti tradizionali.
Per le donne africane è ancora una piaga terribilmente diffusa, difficile da sradicare. Le mutilazioni genitali femminili rappresentano una barbarie, una violazione dei diritti, una pratica disumana che provoca alle donne enormi sofferenze, traumi psicologici, infezioni gravi, spesso anche la morte. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, tra 100 e 140 milioni di di bambine, ragazze, donne nel mondo hanno subìto una forma di mutilazione genitale che, a seconda del gruppo etnico di appartenenza, varia da un taglio o escissione parziale fino all'infibulazione.

A subire la piaga delle mutilazioni sono, nella grande maggioranza dei casi, le donne africane. In alcuni Stati asiatici, dall'India all'Indonesia, si sa che le mutilazioni vengono praticate ma non si hanno a disposizione dati statistici sul fenomeno e sulla sua diffusione. Le mutilazioni sono documentate in 27 Paesi africani e in Yemen. In alcuni Stati - come Egitto, Eritrea, Somalia, Mali - questa pratica tocca l'intera popolazione femminile.

Molte associazioni stanno combattendo contro questa violazione dei diritti delle donne. Fra di loro, la Fondazione Equality now, con sede a Nairobi (Kenya), impegnata nell'eliminazione di ogni forma di violenza e discriminazione contro le bambine e le donne in tutto il mondo. Per far conoscere il fenomeno delle mutilazioni genitali, la fondazione ha promosso un documentario,Africa rising, diretto da Paula Heredia, che ritrae la forza e la tenacia delle donne africane, il loro lungo cammino per affermare la loro dignità.


Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. E Africa rising è protagonista della rassegna cinematografica "Siamo pari! La parola alle donne", promossa a Milano dall'organizzazione umanitaria Intervita insieme alla rivista Nick: fino al 26 novembre il Teatro Litta è sede di proiezioni di film, dibattiti e una mostra fotografica per riflettere sul ruolo delle donne e sulla loro condizione di disparità in molte zone del mondo. Alla proiezione di Africa rising (alle 21) è presente Grace Uwizeye della fondazione Equality now insieme a Giorgio Zucchello, responsabile della cooperazione internazionale di Intervita onlus (www.intervita.it).

Istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ricorre il 25 novembrein ricordo del massacro delle sorelle Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, assassinate in Repubblica dominicana nel 1960 per la loro battaglia politica contro la dittatura di Rafael Leonidas Trujillo. Come i dati rivelano, la violenza di genere resta un allarme sociale anche in Italia: secondo l'indagine Istat del 2007 quasi 7 milioni di donne in Italia tra i 16 e i 70 anni sono state vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita. La violenza è la seconda causa di morte per le donne in gravidanza. Ma oltre il 90% dei casi non vengono denunciati.

ritornate indrietro i soldi che avete avuto gratuitamente da tutti i governi.

L'incontro al ministero dello Sviluppo con le parti
La Fiat sarebbe disponibile a mettere le risorse per la mobilità

il caso
Passera convoca un tavolo su Termini Imerese
L'incontro al ministero dello Sviluppo con le parti
La Fiat sarebbe disponibile a mettere le risorse per la mobilità

Corrado Passera (Imagoeconomica) Corrado Passera (Imagoeconomica)
MILANO- Corrado Passera convoca le parti per discutere di Termini Imerese. Il ministro dello Sviluppo decide per un vertice con Invitalia, advisor del dicastero, i sindacati, Fiat e Dr Motor che sarebbe interessata a rilevare lo stabilimento. Insomma si cerca una soluzione per i circa duemila operai da giovedì senza lavoro. Secondo alcune fonti l'azienda automobilistica guidata daSergio Marchionne sarebbe disposta a mettere in campo le risorse necessarie per la mobilità incentivata degli operai.
IL TAVOLO- Insomma la soluzione della vertenza potrebbe essere più vicina. La speranza è che arrivi un compratore e riutilizzi la fabbrica. Un'ipotesi che non è così remota. Il leader della Fiom Maurizio Landini ha puntato il dito contro il comportamento della Fiat. «C'è un nuovo imprenditore che vuole entrare a Termini Imerese ma non è in grado di garantire l'occupazione di tutti i dipendenti». E l'azienda della famiglia Agnelli «ostacola un nuovo accordo perché non vuole applicare le condizioni per i pensionamenti che ha applicato in tutta Italia negli altri stabilimenti».

OSPEDALI&PROCURE ( IL NORD PEGGIO DEL SUD )

Procura di Bologna, 8500 fascicoli dimenticati
Quasi metà dei processi finiti in prescrizione
Manca il personale e i fascicoli per cui non è ancora stata fissata un'udienza continuano ad aumentare. La richiesta di archiviazione riguarda reati a citazione diretta, che prevedono pene fino a 4 anni, tra i quali spiccano furti, truffe, ricettazioni e contravvenzioni in tema ambientale
Dal marzo 2009 ad oggi la procura di Bologna ha chiesto l’archiviazione per prescrizione di 3.300 fascicoli. È l’esito della vicenda che scoppiò a fine 2008, quando un’ispezione ordinaria disposta dal ministero della Giustizia e conclusasi soltanto nel febbraio dell’anno dopo, scoprì l’esistenza di 2.321 fascicoli di indagine chiusi a chiave in un armadietto, per i quali il Tribunale di Bologna aveva fissato la data d’inizio del processo, senza però che la procura la notificasse alle parti interessate.

Oltre a quei fascicoli in quei giorni del 2009, fra le accuse reciproche tra Procura e Tribunale, si arrivò inoltre a quantificare il numero di procedimenti pendenti a 8.496. Fascicoli per i quali i pubblici ministeri avevano chiuso le indagini e predisposto la citazione a giudizio, senza che il Tribunale avesse fissato però l’udienza. Gli altri, quelli per arrivare a quota 11 mila, si trovavano in quello che molti ribattezzarono l’armadietto della vergogna. Per una buona parte degli 8.496 fascicoli pendenti per fatti risalenti anche al 1999, ora, la procura di Bologna ha chiesto l’archiviazione per prescrizione: sono in tutto 3.300.

All’epoca il procuratore Silverio Piro, reggente dell’ufficio in attesa della nomina del nuovo procuratore capo, in seguito al pensionamento nel luglio 2008 di Enrico De Nicola, incaricò il pm Morena Plazzi di fare luce sulla vicenda e filtrare quel notevole carico di lavoro. Il pubblico ministero ha così separato i fascicoli ormai prescritti, circa 3300, da quelli non a rischio prescrizione.

I 3300 fascicoli per i quali è stata chiesta l’archiviazione riguardano reati a citazione diretta, che prevedono pene fino a 4 anni, tra i quali spiccano furti, truffe, ricettazioni e contravvenzioni in tema ambientale. Reati che negli uffici giudiziari vengono definiti “ordinari”. Ma intanto dalla procura di Bologna vengono anche sottolineate le difficoltà della magistratura a fronteggiare carichi di lavoro crescenti a causa della mancanza di personale. Negli ultimi cinque anni, infatti, le unità sono passate da 134 a 94. Molti sono andati in pensione o sono stati trasferiti, senza essere però sostituiti.

Con la prescrizione dei 3.300 fascicoli non verranno puniti eventuali colpevoli, né verrà fatta giustizia per le parti offese. Situazione dovuta all’inerzia del Tribunale nella fissazione delle udienze. Ad oggi tutti i dirigenti sono andati in pensione, e la procura non ha ravvisato reati o violazioni disciplinari. Intanto tra le inchieste chiuse nel 2008, circa 60 sono in attesa di fissazione di udienza.

Nel corso degli anni i procedimenti di fissazione di udienze sono comunque cambiati. Prima del 2009, infatti, la responsabilità, dopo che la procura definiva i procedimenti, cioè dopo averli chiusi, passava all’ufficio notifiche, ovvero alla cancelleria, per fissare la prima udienza. Un sistema che a causa della mole di fascicoli non permetteva ai cancellieri di tenere certi ritmi di lavoro. Dal 2009, invece, per evitare accumuli, la responsabilità delle notifiche è tornata di competenza dei pubblici ministeri, che, dopo aver chiuso il procedimento, comunicano la data del processo, lasciando all’ufficio udienze la fase successiva alla comunicazione. Effetto principale del nuovo sistema è quello di interrompere la prescrizione, mentre prima trascorreva liberamente affossando numerosi procedimenti.

occorre aumentare gli stipendi altro che cazzi....

«I salari d'ingresso dei giovani
tornati sui livelli di alcuni decenni fa»

«Occorre investire in istruzione per ridurre la criminalità»

L'allarme governatore di Bankitalia Ignazio Visco
«I salari d'ingresso dei giovani
tornati sui livelli di alcuni decenni fa»
«Occorre investire in istruzione per ridurre la criminalità»

Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco (Ansa)Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco (Ansa)
CATANIA
- «I salari di ingresso nel mercato del lavoro sono oggi in termini reali su livelli pari a quelli di alcuni decenni fa». Il governatore di BankitaliaIgnazio Visco lo dice chiaramente al congresso dell'associazione magistrati minorili (Aimmf) che si svolge a Catania. Per Visco i giovani «che si affacciano oggi sul mercato del lavoro sembrano esclusi dai benefici della crescita del reddito occorsa negli ultimi decenni».
LA CRESCITA - «Per un riequilibrio strutturale e duraturo» dei conti pubblici «è necessario che il paese torni a crescere». Per Visco gli interventi adottati d'estate «miglioravano i conti ma non erano sufficienti». Secondo il governatore «innalzare il potenziale di crescita richiede interventi ad ampio spettro; tra questi, una riforma degli istituti di governo dell'economia per stimolare l'attività d'impresa e l'inserimento durevole nel mondo del lavoro, soprattutto delle donne e dei giovani». Visco ricorda come siano «note da tempo» le aree di intervento «più concorrenza, in particolare nei settori dei servizi protetti; un più ampio accesso al capitale di rischio, soprattutto per le imprese innovative; una regolamentazione del mercato del lavoro e un sistema di protezione sociale che, agendo congiuntamente, favoriscano la riallocazione delle risorse umane verso gli impieghi più produttivi; una giustizia civile più efficiente». «Vi è però - aggiunge il governatore - un ulteriore punto, almeno importante quanto i precedenti: l'aumento della dotazione di capitale umano del nostro paese».

A conti fatti hanno fatto la legge per non pagare loro. FANNULLONI

Costi della politica: dal Senato arriva lo stop
ai nuovi vitalizi (dalla prossima legislatura)
Insoddisfatta l'Idv, che con Donadi attacca: "Buon segnale, ma bisogna fare di più. Se si chiedono sacrifici ai cittadini, si devono tagliare i privilegi dei parlamentari in carica"
L'aula di Palazzo Madama
Stop ai vitalizi per i senatori, ma solo dalla prossima legislatura. Tradotto: nessun sacrificio per gli attuali componenti di Palazzo Madama. Il Consiglio di Presidenza del Senato, presieduto da Renato Schifani, ha deliberato oggi all’unanimità il superamento, solo per i nuovi eletti, dell’attuale sistema degli assegni vitalizi. Lo rende noto un comunicato di Palazzo Madama. Rimangono invariati, invece, i vitalizi per gli attuali componenti dell’aula di Palazzo Madama e per gli ex senatori, perché – spiega il questore del Senato Benedetto Adragna – “giuridicamente non eravamo competenti, si sarebbero intaccati diritti acquisiti”. La decisione, del resto, trova un precedente in quanto deciso dalla Camera il 21 luglio scorso. All’epoca, l’ufficio di presidenza di Montecitorio propose la sostituzione del sistema in vigore, a partire dalla prossima legislatura, con un nuovo regime analogo a quello previsto per la generalità dei lavoratori italiani.

Un’ipotesi avvalorata anche da Palazzo Madama, come conferma Adragna. “Ritengo che bisognerà adeguarsi al sistema vigente per il resto dei cittadini, quindi quello contributivo, con la possibilità da parte degli onorevoli di scegliere una pensione integrativa – ha detto il questore del Senato – . E anche l’età a partire dalla quale potrà essere percepito l’assegno dovrà essere identico a quello del resto della popolazione. Quindi, se salirà a 67 anni, dovrà adeguarsi anche per noi”.

La decisione di Palazzo Madama non ha mancato di provocare reazioni, anche polemiche. La prima è quella del presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi. ”La decisione del Senato di superare l’attuale sistema dei vitalizi è un buon segnale ma non è sufficiente, si deve fare di più” ha detto Donadi, secondo cui “nel momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini per affrontare la crisi e rilanciare l’economia, si deve avere il coraggio di dare un taglio ai privilegi dei politici. L’abolizione dei vitalizi è una nostra battaglia storica e riteniamo che debba partire dai parlamentari in carica e da quelli non più in carica ma non ancora andati in pensione. La Camera – ha concluso Donadi – deve fare di più e meglio, anche perché se ci limitassimo allo stop deciso dal Senato, avvertiremmo i benefici in termini economici solo tra venti o venticinque anni”.

giovedì 24 novembre 2011

Ma non dovevamo andare meglio......?

Dopo Berlusconi, è arrivato Monti e tutti ci aspettavamo di ritornare ad essere una nazione rispettata.
Invece non è successo nulla, anzi, forse le aspettative erano sicuramente molto grandi , ma diciamolo chiaro senza ombra di dubbio, il governo Monti fin ad ora non ha combinato granchè, sicuramente non può fare peggio di B.
Questa è la dimostrazione che le persone possono uscire da qualsiasi università  se non si hanno idee nuove e innovative non ci sono bocconiani che fanno miracoli, anzi si c'è il ministri Clini che per far fronte alle alluvioni e ai disatsri che hanno provocato, vuole spostare le case a rischio.
Carissimo ministro forse lei no lo sa ma il 90% del territorio italiano è a rischio idrogeologico, quindi vuol dire che secondo lei dobbiamo spostare il Paese?
BOCCONI di sapienza ..........................................

Al sud chiudono gli ospedali..... al nord li usano come bancomat.Se fosse capitato da noi sai la manfrina.

Sei giorni di lavoro in 9 anni, arrestata a Bologna 23 novembre 2011
 


L’ingresso del Policlinico Sant’Orsola di Bologna
Bologna - Diceva di essere di essere laureata e di lavorare come psicologa al Sant’Orsola di Bologna. Diceva di aspettare un bambino e di temere che la gravidanza fosse a rischio, raccontando di un precedente aborto e di alcune recenti emorragie. Tutto falso, o quasi: non era una psicologa e non era nemmeno incinta, ma per anni Silvia S., bolognese di 44 anni, è riuscita ad abbindolare medici, consultori, l’Inps e soprattutto il suo datore di lavoro: il Policlinico Sant’Orsola, per il quale da metà degli anni ‘90 faceva l’operatrice socio-sanitaria.
Un castello di dichiarazioni e autocertificazioni fasulle, mescolate a documenti sanitari autentici, che le hanno permesso di lavorare solo sei giorni negli ultimi nove anni di servizio: due giorni nel 2002 e quattro giorni nel 2004. Un vero record di assenze, tra malattie forse vere (una dermatite da contatto con agenti chimici contratta sul lavoro) e due maternità completamente inventate. Due «figli mai nati», come è stata ribattezzata l’indagine dei carabinieri del Nas di Bologna, che hanno smascherato la donna, finita agli arresti domiciliari con le accuse di truffa aggravata ai danni di enti pubblici e falso ideologico in documentazione pubblica.
L’indagine è cominciata a metà del 2010 grazie a una segnalazione della direzione del Policlinico, giustamente insospettito di fronte a una dipendente che da otto anni era un “fantasma” e dopo che diverse visite fiscali erano andate a vuoto. Nell’estate 2011, con gli accertamenti dei carabinieri in pieno svolgimento, l’ospedale ha licenziato Silvia, per il superamento del numero massimo di assenze previste per cause di servizio, un provvedimento che però lei ha impugnato. Ma il colossale imbroglio, secondo la ricostruzione degli investigatori, era cominciato nove anni prima.

la domanda per l'inserimento nella terza fascia personale ata

la domanda si trova sul sito istruzione.it nella finestra in alto a destra digitare domanda inserimento personale ata e fare ricerca. trova DOMANDA DI INSERIMENTO NELLE GRADUATORIE DI CIRCOLO E DI ISTITUTO  


apritela e stampatela ciao e buona fortuna.....