lunedì 25 luglio 2011

La casta colpisce ancora. Inventati due authority. Forse il figlio di qualcuno era senza lavoro??

E
ra quello che ci voleva nel pieno delle polemiche sui costi della politica. All’unanimità destra e sinistra hanno regalato a luglio all’Italia due authority in più, come non fossero bastate le decine già inventate negli ultimi anni. Con solo 3,2 milioni di euro da dividere per qualche poltroncina di prima fila nasceranno il Garante per l’infanzia e la Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani. Il primo è un organo monocratico,che costerà 1,5 milioni di euro all’anno (circa 200 mila euro lordi lo stipendio del Garante). La seconda autorità costerà  1.735.150 euro. Anche qui il primo diritto umano da difendere sarà quello di ricevere lo  stipendio per i tre componenti: il presidente della commissione riceverà 237 mila euro, i due consiglieri si dovranno accontentare di 158 mila euro. Per missioni e consulenze avranno in dotazione 270 mila euro all’anno e per le spese delle riunioni del consiglio resteranno 75 mila euro. Le cifre le ha snocciolate nell’aula di palazzo Madama prima del voto finale sul disegno di legge il senatore Salvatore Valditara (Fli), facendo un appello ai colleghi per non buttare via i soldi in poltrone in un momento così. È restato inascoltato. Lui non ha partecipato alla votazione, ma i suoi colleghi erano entusiasti. Alla fine la nuova autorità è passata con 238 voti favorevoli e nessun contrario. Un plebiscito. Assai simile a quello che ha accompagnato alla Camera il voto finale sul Garante per l’infanzia: 467 favorevoli e 0 contrari. Non accade spesso, ma quando c’è da spendere e creare nuove poltrone inutili, il Parlamento italiano ritrova quel clima bipartisan che servirebbe a migliori occasioni. Si capisce anche perché: ogni nuova autorità o commissione di garanzia creata dalla loro fantasia ben presto si trasforma in una pensione integrativa per deputati e senatori: buona parte degli ex non ricandidati o semplicemente bocciati alle elezioni, finisce ad occupare una di quelle poltrone, quasi sempre ben remunerate. Autorità, commissioni, uffici dei garanti così come i consigli di amministrazione delle società pubbliche pullulano di ex parlamentari a cui si è data così una serena vecchiaia.

 Naturalmente sia il Garante per l’infanzia che la commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani sono necessarissimi e benedetti secondo destra e sinistra che ne hanno votato insieme l’istituzione proprio nelle stesse ore in cui Giulio Tremonti provava invano a sforbiciare un po’ di poltrone e stipendi pubblici. Per difendere con dignità questo dopolavoro parlamentare travestito, si citano pomposamente trattati internazionali. Per il Garante dell’infanzia il riferimento è quello della Convenzione sui diritti del fanciullo sottoscritta a New York nel lontano 1989, negli stessi giorni della caduta del muro di Berlino. Per la commissione sui diritti umani nella discussione in Senato c’è chi ha citato la Dichiarazione universale per i diritti dell’uomo e del cittadino della rivoluzione francese (26 agosto 1789), e comunque il riferimento normativo obbligato è quello della risoluzione Onu sui diritti umani del 20 dicembre 1993. Due atorità dunque necessarissime oggi, quando bisognerebbe ridurre quel che già c’è, e di cui si è fatto tranquillamente a meno per una ventina di anni e anche più.

I nuovi costi si sommano a 135,9 milioni inseriti nella tabella del ministero dell’Economia per finanziare le varie autorità di garanzia. Per fortuna alcune autorità ormai sono autosufficienti o quasi (quella energetica è interamente a carico dei propri vigilati e non prende un centesimo dallo Stato), ma il costo è rilevante. Serviva il nuovo poltronificio? Ai beneficiari naturalmente sì. All’infanzia e a chi vede violati i diritti umani probabilmente no. Sia Garante che commissione sono infatti doppioni, e in qualche caso triploni di organismi pubblici già esistenti. Per l’infanzia si è arrivati a una sorta di federalismo e sussidiarietà al contrario. Ci sono già organismi di garanzia europei, e molte regioni si sono create ad hoc un Garante per l’infanzia a carico del bilancio pubblico. Quello nazionale che sarà in vigore dal prossimo 3 agosto non fa che doppiarne i compiti. In più esistono già numerose organizzazioni private che svolgono lo stesso compito e con cui lo Stato in qualche caso ha pure convenzioni (ad esempio Telefono Azzurro). Nel pubblico c’è già una commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, un Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza presso la presidenza del Consiglio dei ministri, un Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile (alle Pari Opportunità), un comitato per i minori stranieri (a palazzo Chigi), un Centro nazionale di documentazione e di analisi per l’infanzia e l’adolescenza, una commissione per le adozioni internazionali, un Osservatorio nazionale sulla famiglia e un Comitato per l’applicazione del codice media e minori. Non bastavano. Così come per la difesa dei diritti umani sono già sette gli organismi pubblici attivi e decine le Onlus che se ne occupano. Ma quando la casta vuole buttare via i soldi dei cittadini dalla finestra, non bada mai a spese.

domenica 24 luglio 2011

Complimenti al sindaco di amendolara.Sarebbe bello estendere la petizione a tutti i paesi limitrofi.

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Lotta alla pesca a strascico

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AMENDOLARA Lotta alla pesca a strascico: il sindaco Ciminelli scrive alla Procura della Repubblica e invita i cittadini ad una petizione popolare.
 Con questo gesto la cittadina jonica che ha dato i natali a Pomponio Leto punta alla salvaguardia delle sue coste e del suo inestimabile patrimonio marino. Il neo sindaco Antonello Ciminelli sin dal primo giorno del suo mandato ha infatti lasciato intendere che l’Amministrazione comunale da lui guidata propenderà per una politica decisa, volta alla tutela dell’ambiente. A tal proposito, Il famoso Banco di Amendolara, più comunemente conosciuto come “La secca di Amendolara” (che la leggenda identifica nell’omerica isola Ogigia dove sostò Ulisse prima di arrivare ad Itaca) è stato inserito nella rete Natura 2000, promossa dall’Unione Europa e che annovera tra le sue fila tutti i siti di interesse comunitario. Il prestigioso riconoscimento è stato ottenuto nel corso della visita nella Capitale del sindaco Ciminelli, del suo vice Gianni Esposito e dell’assessore Domenico Falsetti in occasione della cerimonia che ha visto Amendolara confermare anche per quest’anno, rispetto all’anno scorso, le tre vele di Legambiente. «In tutta la provincia di Cosenza – si legge in una nota redatta dal Comune - soltanto Belvedere Marittimo ha ottenuto un simile risultato. Con ciò infatti “Natura 2000” mira a salvaguardare le specie del sito in questione ed il loro relativo habitat, sviluppando così la biodiversità. E’ per questo che Amendolara deve diventare un prodotto unico da poter offrire al visitatore – ha commentato il sindaco Ciminelli (che ha mantenuto per sé la delega al Turismo). E per far questo dobbiamo necessariamente partire dalla nostra ricchezza e cioè il mare, migliorandone i servizi (dalle spiagge, al lungomare, dai fondali alla pescosità, alle strutture ricettive), per farlo diventare il biglietto da visita del nostro comune». E in questa ottica il primo cittadino sta preparando un esposto alla Procura della Repubblica di Castrovillari contro il fenomeno illegale della pesca a strascico che causa danni incalcolabili al patrimonio marino. Un’iniziativa, quella dell’amministrazione comunale di Amendolara, che sarà supportata anche dagli stessi cittadini mediante una raccolta firme che si svolgerà in due momenti: la sera della Notte Blu (il colore è dettato dal fatto che quest’anno Amendolara è stata insignita della famosa Bandiera), il 30 luglio, dalle 20 in poi sarà allestito un gazebo prima nella centralissima Via Lagaria alla Marina e poi anche sul lungomare cittadino. La mattina seguente, invece, la raccolta delle firme proseguirà presso il Lido Ogigia nei pressi del Molo San Francesco. «Ci farebbe piacere – ha concluso il sindaco Ciminelli - che anche gli altri comuni limitrofi intraprendessero una simile iniziativa. La bellezza del mare dipende soprattutto dalla ricchezza e dalla salvaguardia dei suoi fondali». L’obiettivo del sindaco, da come riferisce, è quello di sistemare in un futuro prossimo, una serie di “tripodi”, ovvero appositi blocchi di cemento, nelle acque di Amendolara, tra la Torre Spaccata ed il Casello “99”, al fine di contrastare la pesca a strascico.