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I titoli delle sagre in (Celeste) hanno un collegamento |
sabato 9 luglio 2011
Sagre calabresi " E le sagre di Montegiordano dove sono????? " .
ERA ORA, HANNO ASPETTATO ANCHE TROPPO A DIMETTERSI.
TREBISACCE (CS) – Sedici sindaci dell’Alto Ionio Cosentino hanno annunciato le proprie dimissioni in segno di protesta contro l’ipotesi di chiusura dell’ospedale di Trebisacce. Lo rende noto, in un comunicato, il Coordinamento delle Associazioni a difesa del presidio ospedaliero “Guido Chidichimo”. Da una settimana, a Trebisacce, è in atto un blocco della strada statale 106 per protestare contro i contenuti del piano di rientro del debito sanitario della Regione.
Il sindaco di Trebisacce, Mariano Bianchi, è scritto nella nota, nel corso di un’assemblea pubblica, “ha dichiarato di aver rassegnato le dimissioni al Consiglio comunale e formalizzerà tale volontà attraverso una conferenza stampa”.
“Il territorio dell’arco ionico – prosegue la nota – è sempre più emarginato e abbandonato dalle istituzioni e dai mezzi di comunicazione, tutti gli sforzi che una massa enorme del popolo sta esprimendo in difesa dell’Ospedale di Trebisacce attraverso una protesta civile, si spera, si sposterà sul tavolo politico istituzionale. L’intero arco ionico non allenta la protesta e sta valutando assieme alle Associazioni e alle organizzazioni sindacali l’opportunità di indire uno sciopero generale comprensoriale da proclamare a breve”.
I sindaci dei Comuni che hanno annunciato le dimissioni, oltre a Trebisacce, sono quelli di Rocca Imperiale, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Amendolara, Villapiana, Francavilla Marittima, Canna, Castroregio, Alessandria del Carretto, Cerchiara di Calabria, San Lorenzo Bellizzi, Nocara, Albidonia, Plataci e Oriolo.
(Ansa)
venerdì 8 luglio 2011
Articolo del quotidiano " arrestati a montegiordano ".
Montegiordano, due giovani in manette
avevano 11 chili di marijuana
avevano 11 chili di marijuana
Il capitano Rubbo: «Conferme all’ipotesi di uno scambio di droga tra Puglia e Calabria». Carabinieri insospettiti pedinano due persone e trovano 11kg di droga
07/07/2011 Sono stati controllati e pedinati dai carabinieri i due giovani incensurati pugliesi, Daniele Longo (nel riquadro a destra) e Angelo Vincenti (a sinistra), fermati e identificati. Un’operazione che ha permesso ai carabinieri di Rocca Imperiale, guidati dal maresciallo Antonio Fanelli, nella nottata tra martedì e mercoledì, di scoprire un traffico di sostanze stupefacenti tra la Calabria e la Puglia sequestrando ben 11 chilogrammi di marijuana e arrestando, con l’accusa di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti, gli incensurati Daniele Longo, 30 anni, nativo di Campi Salentina (Lecce) e residente a Trepuzzi (Lecce), e Angelo Vincenti, 20 anni, nato a Lecce e residente a Trepuzzi (Lecce). I dettagli dell’operazione sono stati resi noti dal comandante della Compagnia dei carabinieri di Corigliano, capitano Pietro Paolo Rubbo, nel corso di una conferenza stampa, tenutasi ieri pomeriggio nei locali della Compagnia. «L’operazione - ha raccontato il capitano Rubbo - era partita nel tardo pomeriggio, quando i militari, insospettitisi dall’atteggiamento dei due giovani pugliesi, li avevano prima fermati e controllati e poi ne avevano seguito i vari spostamenti. Durante la notte, Daniele Longo e Angelo Vincenti sono stati nuovamente fermati mentre stavano per salire a bordo di una Peugeot dopo essere scesi da un’altra autovettura che ha fatto perdere le sue tracce e che era condotta da un soggetto in corso di identificazione. I carabinieri, dopo un breve inseguimento a piedi, hanno bloccato i due giovani pugliesi incensurati e hanno provveduto a perquisire anche la Peugeot. Nel corso di questi controlli, i militari hanno rinvenuto, nel vano bagagli della Peugeot, una busta nera di cellophane contenente 5 pani, per complessivi 11 chilogrammi, di marijuana. Un’operazione - ha detto il capitano Rubbo - che dà consistenza all’ipotesi, sulla quale si sta lavorando, di un possibile collegamento e scambio tra la Calabria e la Puglia in merito al traffico di sostanze stupefacenti». Intanto proseguono le indagini al fine di identificare l’autista dell’autovettura che ha fatto perdere le tracce ed eventuali altri soggetti e, soprattutto, al fine di verificare l’esistenza di collegamenti con la criminalità organizzata.
giovedì 7 luglio 2011
mercoledì 6 luglio 2011
I costi della politica calabrese ( politici super pagati ),
Costi della politica, il record calabrese. Onorevoli e assessori sono tra i più cari d’Italia
Magari tra un po’ di tempo entrerà in vigore la manovra di Tremonti, che prevede una rigorosa “stretta” per livellare l’Italia al resto dell’Europa. Ma si parla a futura memoria. Nell’attesa la pacchia continua, nel senso che le Regioni continueranno a non farsi mancare niente in fatto di stipendi e prebende per i propri rappresentanti istituzionali, legislativo o esecutivo che sia. La pacchia è soprattutto in Calabria, che – secondo i dati consultabili sul sito www.parlamentiregionali.it - si conferma tra le regioni con le maniche più larghe e con le mani più bucate.
Un dato su tutti, per far capire il perché anche in tema di costi della politica la Calabria non cambia mai e se cambia peggiora: tolti i colleghi della Sardegna – che comunque è una Regione a statuto speciale con tutto quello che ne consegue in termini di vantaggi – i nostri consiglieri regionali sono quelli che guadagnano di più. In totale 11.316 euro, che è la somma degli 8.508 euro di indennità (con esclusione tra l’altro dei rimborsi a piè di lista) e dei 2.808 euro di rimborsi ex lettera b dell’articolo 52 del testo unico sui redditi. Niente male, per un consiglio regionale che produce al massimo due sedute al mese. Il dato relativo ai consiglieri regionali della Calabria già da solo basta a rendere l’idea di come la nostra massima istituzione sia tra quelle che escono peggio da un contesto pieno di sorprese generalmente poco piacevoli, anzi sgradevoli. Un contesto che purtroppo vede le regioni del Sud dimostrarsi molto più sprecone di quelle del Nord, che pure sono molto più ricche. Da Roma in giù, in sostanza, il costo della politica è davvero esorbitante, considerando anche quello che la politica (non) produce. Analizzando i guadagni e gli stipendi dei rappresentanti calabresi, pugliesi, campani e siciliani (e anche molisani, forse i meno “virtuosi” in assoluto) nei rispettivi Consigli, ci si accorge che superano tutti i 10mila euro mensili. E si prova francamente un po’ di vergogna quando si mettono a confronto queste cifre con quelle a esempio dell’Emilia Romagna e della Toscana: un consigliere regionale emiliano e toscano infatti raggranella a fine mese poco più di 5.500 euro, vale a dire quasi la metà del collega di palazzo Campanella a Reggio. Quanto questo sia edificante per la Calabria e per la sua immagine già abbastanza compromessa è addirittura superfluo sottolinearlo… Soprattutto perché non c’è l’impressione che ci si stia affannando troppo a invertire la rotta come invece hanno fatto in altre regioni, come a esempio l’Abruzzo, che un anno fa ha dimezzato le spese per i rappresentanti istituzionali portandole ben al di sotto delle 10mila euro al mese. E se dal legislativo si passa all’esecutivo, si nota che il quadro che emerge dai dati del sito www.parlamentiregionali.it resta sempre sostanzialmente negativo per la Calabria e per le “sorelle” del Mezzogiorno, che in questo caso non possono essere definite sorelle di “sventura”. Capitolo presidenti di Giunta regionale (equiparati comunque ai presidenti del Consiglio…): il governatore “paperone” è quello del Piemonte, che si “becca” 15.600 euro al mese. Ecco, stavolta il record negativo spetta ad altri, può pensare qualcuno. E invece no, perché a esempio un consigliere comunale piemontese prende poco più di 7mila euro. Resta, il presidente del Piemonte, il “super-governatore” per eccellenza, ma a ruota seguono tutti i colleghi del Sud, escludendo le isole che sono a statuto speciale: nell’ordine il presidente della Regione Puglia, quello della Regione Calabria e quello del Lazio. E ancora più “spendaccione” si mostrano la Calabria e le altre “sorelle” per quanto riguarda gli appannaggi per i componenti delle Giunte, cioè gli assessori: che da noi costano al mese 12.843 euro, con la Puglia distanziata di mille euro. Inutile – perché sarebbe ancora più umiliante – vedere cosa avviene in Emilia e Toscana. Che sembrano davvero un altro mondo…
il partito dello gnocco fritto ( IL PD ).
Abolire le Province? Neanche per sogno. Nonostante le promesse dispensate in campagna elettorale in maniera trasversale, ieri l'Aula di Montecitorio ha deciso di mantenere in vita le amministrazioni provinciali, votando no alla proposta di legge presentata dall'Idv. A determinare l'esito della votazione l'astensione del Pd, che ha permesso alla Lega e al Pdl di mantenere lo status quo. Una votazione che ha innescato l'immediata polemica tra il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro - che ha accusato il Pd di "tradimento" - e il segretario dei democratici, Pier Luigi Bersani, che ha precisato che si è trattato solo di un momentaneo rinvio.
Le Province mantenute dagli astenuti - A votare sì alla soppressione delle Province - da tempo salutate come istituzioni mangia-soldi pubblici - ieri sono stati solo l'Idv e il Terzo Polo. Il resto dell'emiciclo ha, invece, dovuto fare i conti con astensioni e prese di posizioni individuali che hanno portato anche alcuni pidiellini doc (come Maurizio Lupi e Maurizio Paniz) a non allinearsi alla scelta espressa dal loro partito e dalla Lega. Ma la vera sorpresa ieri in Aula l'ha riservata il Pd, che dopo ore di confronto interno, ha alla fine deciso di optare per l'astensione. Risultato? 225 i voti contrari (all'abolizione delle Province), 83 quelli a favore, 240 gli astenuti.
Di Pietro grida al tradimento - Tanto quanto basta a far sbottare Antonio Di Pietro, autore della proposta di legge votata ieri alla Camera. "Oggi si è verificato il tradimento generalizzato degli impegni e dei programmi elettorali da sinistra a destra - ha tuonato - Tutti hanno fatto a gara nel far sognare in campagna elettorale gli italiani sul fatto che si sarebbe tagliata la casta eliminando le Province e poi oggi non hanno mantenuto gli impegni. In Aula si è verificata una maggioranza trasversale: la maggioranza della casta".
Il rinvio del Pd - Parole durissime a cui hanno fatto seguito le dichiarazioni del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: "Noi abbiamo le nostre proposte, non ci facciano tirate demagogiche. La nostra proposta è di ridurre e accorpare le Province però - ha precisato - bisogna anche dire come si fa perché alcune cose nelle Province sono inutili e altre utili come ad esempio il fatto che si occupino dei permessi per l'urbanistica. Proporremo una riforma per ridurle - ha continuato il democratico - ma prima bisogna ragionare sulle istituzioni e non andare avanti a colpi di semplificazione". Come dire: la "rivoluzione" delle Province è solo rimandata.
TOTO' DIREBBE : E IO PAGO..........................................................STA MANICA DI SFATICATI.
Le Province mantenute dagli astenuti - A votare sì alla soppressione delle Province - da tempo salutate come istituzioni mangia-soldi pubblici - ieri sono stati solo l'Idv e il Terzo Polo. Il resto dell'emiciclo ha, invece, dovuto fare i conti con astensioni e prese di posizioni individuali che hanno portato anche alcuni pidiellini doc (come Maurizio Lupi e Maurizio Paniz) a non allinearsi alla scelta espressa dal loro partito e dalla Lega. Ma la vera sorpresa ieri in Aula l'ha riservata il Pd, che dopo ore di confronto interno, ha alla fine deciso di optare per l'astensione. Risultato? 225 i voti contrari (all'abolizione delle Province), 83 quelli a favore, 240 gli astenuti.
Di Pietro grida al tradimento - Tanto quanto basta a far sbottare Antonio Di Pietro, autore della proposta di legge votata ieri alla Camera. "Oggi si è verificato il tradimento generalizzato degli impegni e dei programmi elettorali da sinistra a destra - ha tuonato - Tutti hanno fatto a gara nel far sognare in campagna elettorale gli italiani sul fatto che si sarebbe tagliata la casta eliminando le Province e poi oggi non hanno mantenuto gli impegni. In Aula si è verificata una maggioranza trasversale: la maggioranza della casta".
Il rinvio del Pd - Parole durissime a cui hanno fatto seguito le dichiarazioni del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: "Noi abbiamo le nostre proposte, non ci facciano tirate demagogiche. La nostra proposta è di ridurre e accorpare le Province però - ha precisato - bisogna anche dire come si fa perché alcune cose nelle Province sono inutili e altre utili come ad esempio il fatto che si occupino dei permessi per l'urbanistica. Proporremo una riforma per ridurle - ha continuato il democratico - ma prima bisogna ragionare sulle istituzioni e non andare avanti a colpi di semplificazione". Come dire: la "rivoluzione" delle Province è solo rimandata.
TOTO' DIREBBE : E IO PAGO..........................................................STA MANICA DI SFATICATI.
lunedì 4 luglio 2011
Il mercatino del contadino.
Nell'ultimo consiglio comunale, la minoranza ha fatto una proposta riguardante il mercatino del contadino, purtroppo vista l'ora tardi si è deciso di riparlarne quasi a fine luglio; abbiamo assistito ad un consiglio comunale al quanto rissoso, sia sul bilancio, sia sul caso di sfratto Todorel, e forse si è persa una buona occasione per parlare e mettere appunto, una situazione favorevole ai cittadini e quanti verranno a villeggiare nel nostro paese, anche se a intuito penso che l'idea non piaccia molto alla maggioranza o cmq non piaccia a qualcuno. Infatti mentre qualche consigliere di maggioranza elogiava la proposta della minoranza, qualcuno metteva i primi paletti. Sicuramente la proposta della minoranza, non è stata presentata in modo finito, da mettere la maggioranza con una eventuale votazioni di fronte a delle responsabilità. Se da un lato bisogna elogiare la minoranza da un altro c'è da fare un piccolo appunto in merito alla tempistica e alla completezza del progetto, spero che in fase di discussione e di messa appunto del progetto, si coinvolgano anche eventuali produttori locali, e non si limiti come sentito dire nel consiglio la vendita. Infatti proprio il sindaco diceva " Mica si possono vendere patate", io ricordo che qualcuno a Monte giordano le patate le produce quindi ben vengano le patate coltivate nel territorio di Monte giordano, quindi se qualche agricoltore coltiva o vuole in futuro dedicarsi a questa nuova coltura ben venga. Non è pesabile che i nostri contadini debbano vendere solo " iur i cucuzz ". Spero che la minoranza metta a punto un bel progetto, mettendo come linee guida la legge, e se questa lo consente vendere anche prodotti di allevamento, compatibilmente il rispetto delle norme vigenti.
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