Costi della politica, il record calabrese. Onorevoli e assessori sono tra i più cari d’Italia
Magari tra un po’ di tempo entrerà in vigore la manovra di Tremonti, che prevede una rigorosa “stretta” per livellare l’Italia al resto dell’Europa. Ma si parla a futura memoria. Nell’attesa la pacchia continua, nel senso che le Regioni continueranno a non farsi mancare niente in fatto di stipendi e prebende per i propri rappresentanti istituzionali, legislativo o esecutivo che sia. La pacchia è soprattutto in Calabria, che – secondo i dati consultabili sul sito www.parlamentiregionali.it - si conferma tra le regioni con le maniche più larghe e con le mani più bucate.
Un dato su tutti, per far capire il perché anche in tema di costi della politica la Calabria non cambia mai e se cambia peggiora: tolti i colleghi della Sardegna – che comunque è una Regione a statuto speciale con tutto quello che ne consegue in termini di vantaggi – i nostri consiglieri regionali sono quelli che guadagnano di più. In totale 11.316 euro, che è la somma degli 8.508 euro di indennità (con esclusione tra l’altro dei rimborsi a piè di lista) e dei 2.808 euro di rimborsi ex lettera b dell’articolo 52 del testo unico sui redditi. Niente male, per un consiglio regionale che produce al massimo due sedute al mese. Il dato relativo ai consiglieri regionali della Calabria già da solo basta a rendere l’idea di come la nostra massima istituzione sia tra quelle che escono peggio da un contesto pieno di sorprese generalmente poco piacevoli, anzi sgradevoli. Un contesto che purtroppo vede le regioni del Sud dimostrarsi molto più sprecone di quelle del Nord, che pure sono molto più ricche. Da Roma in giù, in sostanza, il costo della politica è davvero esorbitante, considerando anche quello che la politica (non) produce. Analizzando i guadagni e gli stipendi dei rappresentanti calabresi, pugliesi, campani e siciliani (e anche molisani, forse i meno “virtuosi” in assoluto) nei rispettivi Consigli, ci si accorge che superano tutti i 10mila euro mensili. E si prova francamente un po’ di vergogna quando si mettono a confronto queste cifre con quelle a esempio dell’Emilia Romagna e della Toscana: un consigliere regionale emiliano e toscano infatti raggranella a fine mese poco più di 5.500 euro, vale a dire quasi la metà del collega di palazzo Campanella a Reggio. Quanto questo sia edificante per la Calabria e per la sua immagine già abbastanza compromessa è addirittura superfluo sottolinearlo… Soprattutto perché non c’è l’impressione che ci si stia affannando troppo a invertire la rotta come invece hanno fatto in altre regioni, come a esempio l’Abruzzo, che un anno fa ha dimezzato le spese per i rappresentanti istituzionali portandole ben al di sotto delle 10mila euro al mese. E se dal legislativo si passa all’esecutivo, si nota che il quadro che emerge dai dati del sito www.parlamentiregionali.it resta sempre sostanzialmente negativo per la Calabria e per le “sorelle” del Mezzogiorno, che in questo caso non possono essere definite sorelle di “sventura”. Capitolo presidenti di Giunta regionale (equiparati comunque ai presidenti del Consiglio…): il governatore “paperone” è quello del Piemonte, che si “becca” 15.600 euro al mese. Ecco, stavolta il record negativo spetta ad altri, può pensare qualcuno. E invece no, perché a esempio un consigliere comunale piemontese prende poco più di 7mila euro. Resta, il presidente del Piemonte, il “super-governatore” per eccellenza, ma a ruota seguono tutti i colleghi del Sud, escludendo le isole che sono a statuto speciale: nell’ordine il presidente della Regione Puglia, quello della Regione Calabria e quello del Lazio. E ancora più “spendaccione” si mostrano la Calabria e le altre “sorelle” per quanto riguarda gli appannaggi per i componenti delle Giunte, cioè gli assessori: che da noi costano al mese 12.843 euro, con la Puglia distanziata di mille euro. Inutile – perché sarebbe ancora più umiliante – vedere cosa avviene in Emilia e Toscana. Che sembrano davvero un altro mondo…
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