L’ingresso del Policlinico Sant’Orsola di Bologna |
Un castello di dichiarazioni e autocertificazioni fasulle, mescolate a documenti sanitari autentici, che le hanno permesso di lavorare solo sei giorni negli ultimi nove anni di servizio: due giorni nel 2002 e quattro giorni nel 2004. Un vero record di assenze, tra malattie forse vere (una dermatite da contatto con agenti chimici contratta sul lavoro) e due maternità completamente inventate. Due «figli mai nati», come è stata ribattezzata l’indagine dei carabinieri del Nas di Bologna, che hanno smascherato la donna, finita agli arresti domiciliari con le accuse di truffa aggravata ai danni di enti pubblici e falso ideologico in documentazione pubblica.
L’indagine è cominciata a metà del 2010 grazie a una segnalazione della direzione del Policlinico, giustamente insospettito di fronte a una dipendente che da otto anni era un “fantasma” e dopo che diverse visite fiscali erano andate a vuoto. Nell’estate 2011, con gli accertamenti dei carabinieri in pieno svolgimento, l’ospedale ha licenziato Silvia, per il superamento del numero massimo di assenze previste per cause di servizio, un provvedimento che però lei ha impugnato. Ma il colossale imbroglio, secondo la ricostruzione degli investigatori, era cominciato nove anni prima.
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