domenica 5 febbraio 2012

Il sindaco Gallo presenta il conto a Syndial ed Eni

Ferriti di zinco a Prainetta e Tre Ponti, il sindaco Gianluca Gallo intima alla Syndial spa il risarcimento danni. È quanto si apprende da una lettera/diffida inoltrata dal primo cittadino di Cassano alla società, la stessa che avrebbe dovuto provvedere alla bonifica dei luoghi contaminati dalle scorie provenienti dal polo industriale della Pertusola di Crotone, e per conoscenza al gruppo Eni spa.
Gallo, dunque, ha invitato la società ferrarese «a voler procedere – questo è quanto riportato nella missiva - al risarcimento del danno cagionato dall’illecito smaltimento da parte di ex dipendenti della società Pertusola sud spa di Crotone, nel territorio del Comune di Cassano Ionio, di notevoli quantità di ferriti di zinco. Il tutto – continua - previa esatta quantificazione, a mezzo di perizia tecnica, del danno subito, alla luce dell’estensione del territorio interessato, della sua vocazione agricola e turistica e della popolazione residente. Con espresso avvertimento che, in mancanza di ciò – conclude la richiesta di Gallo - si adirà la competente autorità giudiziaria a tutela dei propri diritti ed interessi». Il sindaco della città delle terme, nella sua lunga missiva, ha ricostruito nei dettagli la storia di quello che si è stato uno dei disastri ambientali ai danni di questo territorio. Dall’illecito smaltimento delle ferriti di zinco nelle contrade Prainetta e Tre Ponti, ai diversi giudizi penali avviati nei confronti dei presunti responsabili degli illeciti compiuti che si sono conclusi con la prescrizione delle imputazioni, senza alcuna condanna in via definitiva. Anche se in relazione ai ritardi della bonifica, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari ha aperto nel 2008, nei confronti di ex amministratori di Syndial spa, il procedimento penale. Nell’ambito del quale la stessa Procura ha emesso due distinti decreti di sequestro probatorio: con il primo, dell’8 febbraio 2010, i siti di Prainetta e Tre Ponti venivano sequestrate solo le aree adibite a discarica; con il secondo, emesso l’8 giugno 2010, invece, si sottoponevano allo stesso vincolo anche le aree esterne ai due siti perché potenzialmente interessate da un fenomeno di inquinamento derivante dalla realizzazione abusiva delle discariche citate. Insomma, un danno enorme, non solo per l’ambiente ma anche per l’intera economia agricola della zona. Tant’è che il piano di caratterizzazione eseguito nel 2010 nelle aree interessate alla giacenza di ferriti di zinco ha accertato la contaminazione di terreni, piante e frutti, con la presenza di metalli pesanti anche ad elevate profondità, e, in un caso, anche segnalato la possibile contami nazione della falda acquifera sottostante. Non da ultimo, in seguito alla pubblicazione dello studio denominato “Sentieri”, curato dall’Istituto superiore di sanità, si è appreso che all’interno del sito di interesse nazionale “Crotone-Cassano-Cerchiara” rilevante sarebbe, rispetto alla media, l’incidenza di patologie tumorali, tale da indurre l’Istisan a sollecitare lo svolgimento di più approfonditi e dettagliati studi epidemiologici.

Nessun commento:

Posta un commento