Il trasversalismo politico ed elettorale, a Paola, regna ancora sovrano. Da una prima verifica delle ipotetiche liste elettorali, sia nel centrodestra sia nel centrosinistra, affiora prepotentemente un dato: soggetti che hanno militato storicamente a sinistra, e che fino a ieri erano iscritti in partiti di sinistra, si candideranno (o candideranno propri congiunti) a destra.
In altri casi, invece, soggetti e liste di sinistra appoggeranno il centrodestra. Mentre elementi di centrodestra sono passati a sinistra.
Insomma, è la solita “insalata russa” che nulla ha a che vedere con l’etica e con la politica e che, chiaramente, è determinata dalla colpa dei singoli ma anche e soprattutto dei partiti ospitanti, che pur di raccattare voti alimentano questo marciume.
La palese e riscontrabile transumanza, in alcuni casi, è dettata dalla conquista di un “posto al solo” e, quindi, dalla spasmodica ricerca di potere, in altri casi, invece, dal bisogno, ossia dalla conquista del classico “tozzo di pane”. In un caso o nell’altro, a farne le spese - come sovente accade - è il cittadino-elettorale, il quale, suo malgrado, contribuirà ad alimentare tale andazzo, sostenendo questo o quel politicante, mentre la pressione fiscale cui è sottoposto il popolo e la disoccupazione spaventosa in atto nel Mezzogiorno d’Italia, restano e resteranno problemi senza soluzione alcuna. E’ chiaro che non si può e non si deve fare di tutta l’erba un fascio, ma il cittadino-elettora dovrà comunque stare molto attento nel momento in cui entrerà nella cabina elettorale, senza dimenticare che la crisi in corso è stata in gran parte determinata dalla politica, vecchia e nuova. E, difatti, la famigerata “casta”, così come si evince dagli atti, pensa solo a se stessa, dimenticandosi di ridurre concretamente stipendi e privilegi, mentre soli 100 tra senatori (315) e deputati (640) hanno resi pubblici i propri averi (gli altri si sono rifiutati). E, allora, partendo da ciò che avviene ad ogni livello, anche a Paola è il caso di riflettere profondamente cercando di individuare la cosiddetta “meno peggio”, almeno fino a quanto la legge elettorale ci costringerà a designare “nani e ballerine” preventivamente scelti da altri.
Insomma, è la solita “insalata russa” che nulla ha a che vedere con l’etica e con la politica e che, chiaramente, è determinata dalla colpa dei singoli ma anche e soprattutto dei partiti ospitanti, che pur di raccattare voti alimentano questo marciume.
La palese e riscontrabile transumanza, in alcuni casi, è dettata dalla conquista di un “posto al solo” e, quindi, dalla spasmodica ricerca di potere, in altri casi, invece, dal bisogno, ossia dalla conquista del classico “tozzo di pane”. In un caso o nell’altro, a farne le spese - come sovente accade - è il cittadino-elettorale, il quale, suo malgrado, contribuirà ad alimentare tale andazzo, sostenendo questo o quel politicante, mentre la pressione fiscale cui è sottoposto il popolo e la disoccupazione spaventosa in atto nel Mezzogiorno d’Italia, restano e resteranno problemi senza soluzione alcuna. E’ chiaro che non si può e non si deve fare di tutta l’erba un fascio, ma il cittadino-elettora dovrà comunque stare molto attento nel momento in cui entrerà nella cabina elettorale, senza dimenticare che la crisi in corso è stata in gran parte determinata dalla politica, vecchia e nuova. E, difatti, la famigerata “casta”, così come si evince dagli atti, pensa solo a se stessa, dimenticandosi di ridurre concretamente stipendi e privilegi, mentre soli 100 tra senatori (315) e deputati (640) hanno resi pubblici i propri averi (gli altri si sono rifiutati). E, allora, partendo da ciò che avviene ad ogni livello, anche a Paola è il caso di riflettere profondamente cercando di individuare la cosiddetta “meno peggio”, almeno fino a quanto la legge elettorale ci costringerà a designare “nani e ballerine” preventivamente scelti da altri.
LA SOLITA MERDA POLITICA CALABRESE, E NOI CHE NON LI PRENDIAMO A CALCI NEL CULO.
MA RENDIAMOCI CONTO CHE QUESTI PSEUDO POLITICI, CHE HANNO MANGIATO A SBAFO NON FACENDO NULLA PER 50 ANNI, COSA FANNO PER NON PERDERE I LORO PRIVILEGI METTONO NELLE LISTE LE MOGLI I FIGLI COSI' LE MANI IN PASTA LI TENGONO SEMPRE LORO, CONTINUANDO, LORO A MANGIARE E INGRASSARE E NOI A TIRARE LA CINGHIA.
BASTA DIAMOCI UNA SVEGLIATA E MANDIAMO I BARONI DELLA POLITICA CALABRESE A CASA INSIEME AI LORO PARENTI E AFFINI.
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