lunedì 27 maggio 2013

CRISI DI RAPPRESENTANZA...


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Chiusi i seggi si fanno i conti, ma per la politica italiana o meglio per i politici di professione che da anni sguazzano nei loro privilegi, è un conto catastrofico.

E’ legittimo oggi parlare di crisi democratica, se è vero che solamente il 52% dei romani è andato al voto, vuol dire che chiunque risulti vincitore, non è legittimato a governare.

Anche a Bologna i vecchi politicanti hanno preso una scoppola con il referendum, tutti si sono sentiti in diritto di dare il proprio contributo per non far andare a votare le persone o votare il quesito B, la gente che ormai non può e non deve essere rappresentata da questa classe dirigente ha votato il quesito A.

Oggi i saggi della carta stampata e non, sono tutti a chiedersi del tonfo del movimento 5 stelle, anche questo denota, se ancora ce ne fosse bisogno della pochezza dei partiti storici.

Invece di chiedersi come mai gli elettori preferiscono fare altro e non andare a votare, si chiedono come mai il movimento 5 stelle ha preso così poco.

Giustamente è meglio interessarsi delle problematiche di un movimento, nato sulle loro macerie e non sulla loro certificata inconsistenza, è anche troppo semplice pensare che se per un singolo minuto i vari esponenti dei partiti si soffermassero su questo fallimento, dovrebbero trarre le dovute conseguenze e dimettersi ancora prima di conoscere gli esiti.

Oggi l’Italia è un Paese senza rappresentanza politica, troppo è il divario tra la gente comune e i politici, la rappresentanza è il sale della democrazia, la sua mancanza rende il Paese ingovernabile.

Ogni giorno che passa, pagheremo l’immobilismo di questa classe politica, sarebbe auspicabile che domani mattina porgessero le scuse agli italiani e vadano a casa.

Questo è il mio auspicio, spero ne prendano atto anche loro.

Le larghe intese sono fallite, l’Italia è fallita, la società civile ancora no e lo dimostra il referendum di Bologna.

 Ancora ci possiamo salvare.

                                                              Giuseppe Salerno

 

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