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Chiusi i
seggi si fanno i conti, ma per la politica italiana o meglio per i politici di
professione che da anni sguazzano nei loro privilegi, è un conto catastrofico.
E’ legittimo
oggi parlare di crisi democratica, se è vero che solamente il 52% dei romani è
andato al voto, vuol dire che chiunque risulti vincitore, non è legittimato a
governare.
Anche a
Bologna i vecchi politicanti hanno preso una scoppola con il referendum, tutti
si sono sentiti in diritto di dare il proprio contributo per non far andare a
votare le persone o votare il quesito B, la gente che ormai non può e non deve
essere rappresentata da questa classe dirigente ha votato il quesito A.
Oggi i saggi
della carta stampata e non, sono tutti a chiedersi del tonfo del movimento 5
stelle, anche questo denota, se ancora ce ne fosse bisogno della pochezza dei
partiti storici.
Invece di
chiedersi come mai gli elettori preferiscono fare altro e non andare a votare,
si chiedono come mai il movimento 5 stelle ha preso così poco.
Giustamente è
meglio interessarsi delle problematiche di un movimento, nato sulle loro
macerie e non sulla loro certificata inconsistenza, è anche troppo semplice
pensare che se per un singolo minuto i vari esponenti dei partiti si
soffermassero su questo fallimento, dovrebbero trarre le dovute conseguenze e
dimettersi ancora prima di conoscere gli esiti.
Oggi l’Italia
è un Paese senza rappresentanza politica, troppo è il divario tra la gente
comune e i politici, la rappresentanza è il sale della democrazia, la sua
mancanza rende il Paese ingovernabile.
Ogni giorno
che passa, pagheremo l’immobilismo di questa classe politica, sarebbe
auspicabile che domani mattina porgessero le scuse agli italiani e vadano a
casa.
Questo è il
mio auspicio, spero ne prendano atto anche loro.
Le larghe
intese sono fallite, l’Italia è fallita, la società civile ancora no e lo
dimostra il referendum di Bologna.
Ancora ci possiamo salvare.
Giuseppe Salerno
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