giovedì 11 settembre 2014

IN "CALAFRICA" SI VOTA.

Questo il nome che qualche mese fa veniva dato alla Calabria, perché dopo molti mesi dalle dimissioni del governatore, la classe politica calabrese non si degnava di indicare la data per le nuove elezioni.


In Calafrica si vota ( forse), finalmente.

Come al solito i nostri politici calabresi non volevano mollare la poltrona, ma soprattutto non volevano mollare lo stipendio.

Erano ormai mesi che si attendeva, ma goliardicamente come una bella compagnia di giocherelloni i nostri rappresentanti prendevano tempo, e stipendio, e con scuse varie rimandavano le elezioni.

Qualche consigliere regionale, sicuramente dorme notti agitate, e si, vista la diminuzione dei seggi.

Ma sicuramente da oggi li vedrete tutti smielati, quasi come fanciulli con gli occhietti innocenti gireranno tra di noi, alla ricerca dei voti, a volte ti viene quasi un senso di pena a guardarli, ti commuovi, pensi, POVERINI.

Oggi hanno la ricetta per tutti i mali, vi metteranno treni, vi apriranno ospedali, vi diranno che grazie alle loro idee di sviluppo si creeranno nuovi posti di lavoro, vi diranno che il vostro paesino fino ad ora dimenticato da Dio, può svilupparsi, ma lo sviluppo non può avvenire se tu non gli dai una mano, se non lo voti.
È lui il salvatore del paese.
È lui il redentore, quello che salva le anime, e il paese dal declino e dall'inferno.


Peccato che quel viso acqua e sapone svanisca,
che i treni, gli ospedali e le scuole non possano esservi restituiti, perché la situazione economico-sociale del momento non lo permette, che l'idea di sviluppo che lui aveva non è stata realizzata per colpa di un altro consigliere regionale che tirava l'acqua al suo mulino, o perché il governo centrale non manda i soldi.

Lui vuole fare le cose ci mancherebbe, è dispiaciuto, vi dice che a volte pensa di lasciare , non lascia per noi, per non tradire la nostra fiducia.

Non lascia perché solo restando al suo posto può cercare di risolvere le cose.

CAZZATE, UN MARE DI CAZZATE.
Non lascia per non perdere lo stipendio, per non perdere la poltrona.

Ma a tutto questo mare di cazzate c'è il rimedio, prima di esprimere qualsiasi tipo di consenso guardiamoci intorno, valutiamo la realtà.
Ci renderemo conto che da trent'anni, nulla è stato fatto nel nostro territorio, e questo perché nessuno ci ha mai veramente rappresentato, i nostri voti sono stati sempre dei numeri sventolati al proprio partito solamente ed unicamente per un proprio tornaconto personale, per la propria candidatura.

È arrivato il momento che il cittadino diventi rappresentante del proprio territorio, che il futuro governatore venga interpellato in modo diretto e senza intermediario.

Basta dare deleghe in bianco a gente che pensa sempre al proprio tornaconto personale.

Basta votare sotto indicazione di un singolo individuo o rappresentante politico.

Solo l'associazionismo cittadino, con la formazione di comitati o altre forme di politica partecipativa ci può dare la forza e la spinta per far crescere il nostro paese e il nostro territorio.

Non abbiamo bisogno di intermediari, diventiamo tutti noi artefici delle proposte atte a risolvere i problemi del territorio.
Più è numerosa la partecipazione a questa forma associativa più è forte la rappresentanza del paese e del territorio.
Montegiordano 11/9/2014 Giuseppe Salerno

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